“In un momento storico nel quale vi è una perdita di identità dell’architettura, a causa della crescente omologazione ai fenomeni mediatici e la caduta di senso e finalità di un significato oggettivabile del progetto di architettura, nei nostri progetti cerchiamo di riproporre i principi dell’architettura moderna.”
Strettamente legati a questo movimento e alle correnti che da esso si sviluppano, gli architetti Paolo Antonio Piccin e Enrico De Conti fondatori di Quattropiùlab, ripercorrono alcuni dei principi architettonici del Novecento per l’ideazione dei loro progetti. Il filo conduttore di questo percorso a ritroso nel tempo è la funzionalità degli spazi:
- Liberi e variabili in architettura moderna
- Connessi all’ambiente esterno per l’architettura organica
- Ampi, puliti e luminosi nel Minimalismo.
Il loro approccio segue dunque i concetti dell’architettura moderna, più nello specifico di quella organica, che si sviluppa tra l’inizio e la metà del Novecento, raggiungendo la massima espressione nel decennio 1920 – 30.
Mies e Wright, Alvar Aalto, e in Italia Soleri, Zevi, Nervi, ne sono i punti di riferimento, per come hanno saputo trasformare le funzioni e le forme dell’architettura, rivoluzionando la progettazione degli spazi attraverso la creazione di un rapporto diretto tra edificio e scopo, superando il concetto ottocentesco di interni rigidi e chiusi.
Secondo i principi dell’architettura organica i materiali utilizzati devono essere in risalto con le caratteristiche proprie alla loro natura, legandosi al sistema costruttivo. L’utilizzo di pochi materiali, ripetuti internamente ed esternamente favorisce la creazione di un linguaggio architettonico comune, che insieme alla giusta proporzione tra gli elementi e le proprie caratteristiche intrinseche, garantiscono un armonioso risultato.
“La luce è elemento vitale, senza essa non esisterebbe nulla. La luce illumina e riscalda, crea ombre, profondità. Diventa architettura nel senso che ne disegna gli spazi e gli ambienti” ci dice Piccin, facendo riferimento alla continuità tra interno ed esterno dell’edificio tipica dell’architettura di Wright, in cui pareti e aperture sono elementi partecipi di un unico sistema spaziale, che garantiscono una connessione con il paesaggio circostante.
Le linee pulite e semplici utilizzate nei progetti di Quattropiùlab sono in parte riconducibili al Minimalismo del ventennio 1960-1980, che offre dal punto di vista estetico, armonia e ordine, restituendo una forma di bellezza purificata ed essenziale.
Nato come reazione ad una società consumista, dove materialità, eccesso, apparenza ed esteriorità sono principi che hanno preso sempre più piede, tende a voler spogliare l’oggetto architettonico da ogni elemento decorativo, per ricercare ciò che è autentico. L’obiettivo che ne deriva è l’essenzialità della struttura, raggiungibile attraverso la rimozione di tutti gli elementi superflui e dei dettagli inutili, per dare priorità all’equilibrio delle varie componenti e all’armonia della struttura.
Sposando i principi dell’architettura moderna, De Conti e Piccin abbracciano anche parte di questo pensiero minimalista, ma si distaccano dalla filosofia della corrente contemporanea più estrema, sviluppatasi con l’avanzamento tecnologico e costruttivo, riconducibile alle opere di Gehry o di Zaha Hadid, legata principalmente alla ricerca della forma.
L’eliminazione degli elementi decorativi unicamente fini a se stessi, che quindi non contribuiscono alla corrispondenza tra materiali e sistemi costruttivi, avviene anche in Casa BR, mettendo al primo posto la funzionalità dell’edificio, e non la sua mera forma.
Allo stesso modo la ricerca della purezza delle forme, compatte ed essenziali (che nascondono gli elementi disturbatori quali grondaie, pluviali ed impianti) e la semplicità delle linee, sono legate anche al concetto di efficienza energetica e bioarchitettura: lo spazio architettonico deve essere efficiente ed ergonomico. Per questo, posizione e forma della casa sono stati individuati secondo l’orientamento solare (e il conseguente irraggiamento solare) e il rapporto tra interno ed esterno.
Piccin e De Conti ripropongono questi principi, reinterpretandoli in chiave Quattropiùlab.
Casa BR presenta una pianta ad L, ed è composta da tre volumi indipendenti: uno a due livelli con copertura a falde asimmetriche; uno ad un livello che si estende lateralmente rispetto al primo, con copertura piana che nasconde gli impianti tecnologici.
Gli spazi interni sono molto aperti, ma non immediatamente percepibili, articolati tramite pieni e vuoti che creano i diversi ambienti. La cucina è legata alla sala da pranzo sia internamente che esternamente, ma in uno spazio separato, allo stesso modo il soggiorno è all’interno dell’open space, ma la sua privacy è garantita dal suo posizionamento dietro agli ambienti accessori della casa.
Le ampie vetrate dell’edificio inquadrano i generosi spazi verdi del lotto, creando un continuum tra interno ed esterno, favorito anche dalla continuità dei materiali impiegati. Serramenti in alluminio (della collezione Aluxima e Xtravision) e pavimenti dai toni freddi, contrastano con il calore e l’eleganza del legno impiegato nel soffitto dogato, nei complementi d’arredo e nei rivestimenti esterni.
Quattropiùlab intraprende per ogni realizzazione, come per casa BR, questo percorso attraverso la storia dell’architettura, reinterpretandone e rielaborandone i principi in chiave contemporanea, ponendo sempre al centro del progetto personalità, necessità e desideri di chi ne vivrà gli ambienti, secondo la loro filosofia progettuale.